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Lavoratori impatriati - Ecco le agevolazioni fiscali per chi torna a lavorare in Italia

Se stai leggendo questo articolo, probabilmente stai valutando di tornare a vivere e lavorare in Italia dopo un periodo trascorso all'estero.
Oppure hai già fatto il grande passo e vuoi capire meglio come funzionano le agevolazioni fiscali per chi rientra.

In entrambi i casi, sei nel posto giusto. In questo articolo troverai una guida chiara e completa su tutto ciò che riguarda il regime dei lavoratori impatriati.
Scoprirai i benefici fiscali a cui potresti avere diritto, le condizioni per accedervi e come evitare eventuali errori. L'obiettivo è aiutarti a sfruttare al massimo questa opportunità e vivere il tuo rientro con serenità.

 

Prima di tutto, chi sono i lavoratori impatriati?

Se hai vissuto e lavorato all'estero per almeno 24 mesi e ora hai deciso di trasferire la tua residenza fiscale in Italia, rientri nella categoria dei "lavoratori impatriati".
Questo significa che puoi accedere a un regime fiscale agevolato che ti permette di risparmiare sulle imposte (IRPEF) per diversi anni. È un incentivo pensato per chi ha acquisito competenze e qualifiche all'estero e vuole metterle a disposizione del nostro Paese.

 

Le origini della normativa

La storia di queste agevolazioni è iniziata con la Legge n. 238 del 30 dicembre 2010, che ha introdotto una misura fiscale specifica per incentivare il rientro dei lavoratori che avevano acquisito esperienza lavorativa all'estero con l'intento di contrastare il fenomeno della "fuga di cervelli" e favorire il ritorno in Italia di professionisti altamente qualificati.

L'idea era semplice: incentivare il ritorno dei professionisti qualificati offrendo sconti fiscali significativi.

Da allora, la normativa si è evoluta con aggiornamenti e aggiustamenti per adattarsi alle circostanze economiche e sociali. 
• La Legge di Stabilità 2017 (L. 232/2016): ha esteso i benefici fiscali a una platea più ampia di lavoratori impatriati.
• La Legge di Bilancio 2020 (Legge 160/2019): ha esteso il regime ai lavoratori che trasferiscono la loro residenza fiscale in Italia, aumentando la durata dell’agevolazione e specificando meglio le condizioni per il rientro.
• La Legge di Bilancio 2024 ha introdotto modifiche come la riduzione del reddito tassabile e una maggiore durata degli sgravi fiscali per i lavoratori che rientrano in Italia.

 

Le agevolazioni aggiornate dal periodo d’imposta 2024

Entriamo nel dettaglio delle novità previste per chi rientra in Italia a partire dal 2024. Ecco cosa devi sapere:
Il 50% del tuo reddito da lavoro dipendente, autonomo o assimilato non sarà tassato. Questo beneficio si applica fino a un reddito massimo di 600.000 euro all’anno.
Puoi beneficiare del regime per l’anno del trasferimento e per i quattro anni successivi. In alcuni casi, come la nascita di un figlio o il trasferimento con un figlio minore, è possibile fruire di una detassazione del 60%, purché il minore risieda in Italia.

 

Chi può accedere al regime?

Questo regime è pensato per chiunque decida di trasferire la propria residenza fiscale in Italia dopo un periodo di lavoro all’estero. Non importa se sei un dipendente o un libero professionista, l'importante è rispettare i seguenti requisiti: 

• il lavoratore non deve essere stato residente in Italia nei 3 periodi d'imposta precedenti il rientro;
• il lavoratore si impegna a risiedere in Italia per almeno 4 anni;
• il regime si applica ai redditi da lavoro dipendente e assimilati e ai redditi di lavoro autonomo;
• l’attività lavorativa deve essere svolta nel territorio italiano in virtù di un nuovo rapporto di lavoro con un soggetto diverso da quello presso il quale il lavoratore era impiegato all’estero prima del trasferimento, nonché da quelli appartenenti allo stesso gruppo societario.

Nel caso in cui il lavoratore rientri in Italia in società facenti parte del medesimo gruppo di imprese, il requisito minimo di permanenza all’estero è:
> di sei periodi d’imposta, se il lavoratore, prima del suo trasferimento all’estero, non è stato impiegato in Italia presso lo stesso soggetto (ovvero un soggetto appartenente allo stesso gruppo);
> di sette periodi di imposta, se il lavoratore, prima del suo trasferimento all’estero, è già stato impiegato in Italia presso lo stesso soggetto (ovvero un soggetto appartenente allo stesso gruppo).

• l’attività lavorativa è prestata per la maggior parte del periodo d’imposta nel territorio dello Stato;

• il lavoratore è in possesso dei requisiti di elevata qualificazione o specializzazione come definiti dal D.LGS. 28 giugno 2012 n.108 (Attuazione della direttiva 2009/50/CE sulle condizioni di ingresso e soggiorno di cittadini di Paesi terzi che intendano svolgere lavori altamente qualificati) e dal D.Lgs. 9 novembre 2007, n.206 (Attuazione della direttiva 2005/36/CE relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali, nonche' della direttiva 2006/100/CE che adegua determinate direttive sulla libera circolazione delle persone a seguito dell'adesione di Bulgaria e Romania);

• il lavoratore deve essere stato iscritto all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (AIRE) per il triennio precedente al trasferimento o aver avuto la residenza in un altro Stato, ai sensi di una convenzione contro le doppie imposizioni sui redditi.

Se rispetti queste condizioni, il risparmio fiscale sarà significativo, dandoti una mano concreta nel tuo percorso di reinserimento.

Ecco alcuni esempi:
• Sei un ricercatore che ha lavorato in un’università estera e ora ha ricevuto un’offerta in Italia.
• Hai gestito progetti all’estero come manager e vuoi rientrare per lavorare in un’azienda italiana.
• Sei un libero professionista che ha costruito la propria carriera all’estero e ora vuole sviluppare la propria attività in Italia.

 

Cosa succede se non rispetti i requisiti?

È importante sapere che, se non mantieni la residenza fiscale in Italia per almeno quattro anni, potresti perdere il diritto alle agevolazioni.
Questo significa che l’Agenzia delle Entrate potrebbe richiedere il pagamento delle imposte non versate, con l’aggiunta di sanzioni e interessi.
Per evitare problemi, ti consigliamo di verificare attentamente tutti i dettagli e, se hai dubbi, di rivolgerti a un professionista.
Rivolgendoti al nostro Studio, ad esempio, hai la sicurezza di ricevere tutte le informazioni e il supporto per prendere decisioni informate e capire se soddisfi tutti i requisiti, senza commettere errori con il Fisco.
Puoi farlo cliccando su “Contatti”. Ti richiameremo in tempi brevi per capire, insieme, come possiamo aiutarti.

 

Come richiedere le agevolazioni?

Richiedere il regime degli impatriati è più semplice di quanto pensi. Dopo aver trasferito la tua residenza fiscale in Italia, dovrai comunicare all’Agenzia delle Entrate la tua volontà di aderire al regime agevolato. Puoi farlo compilando l’apposita sezione nella dichiarazione dei redditi.
È importante conservare tutta la documentazione che dimostra il tuo periodo di residenza e lavoro all’estero, così come il tuo trasferimento in Italia.

 

I vantaggi per te e per l’Italia

Tornare a lavorare in Italia non è solo un’opportunità per te, ma anche per il Paese. Grazie alle tue competenze e alla tua esperienza, puoi contribuire al rilancio dell’economia e all’innovazione in diversi settori.
Allo stesso tempo, le agevolazioni fiscali ti permettono di avere un maggiore potere d’acquisto e di pianificare con serenità il tuo futuro.

 

Sei rientrato in Italia nel corso del 2024 o stai per farlo?

Comprendere tutte le normative fiscali può essere complicato, ma non devi farlo da solo. Noi di Studio Riello siamo qui per aiutarti.
Da 70 anni affianchiamo professionisti e imprese nella gestione fiscale e finanziaria.

Se stai pensando di aderire al regime degli impatriati, possiamo offrirti una consulenza personalizzata per valutare la tua situazione e guidarti passo dopo passo.

Scrivici la tua situazione nella sezione “Contatti”, così da affrontare con leggerezza tutte le pratiche necessarie e concentrarti su ciò che conta davvero: il tuo futuro in Italia.

 

Al prossimo articolo!

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